Nella rete con il pesce gatto

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Lorella era sempre più preoccupata per la figlia tredicenne. Erano ormai mesi che la ragazzina non si confidava più con lei, non le raccontava cosa succedeva a scuola, certe volte tornava a casa con il muso lungo e non parlava.

Passava le ore sul suo letto ipnotizzata dallo smartphone che lei e il marito avevano deciso di regalarle il Natale precedente. «Almeno potremo rintracciarla in ogni momento, ci farà sentire più sicuri», aveva spiegato Lorella a Giuseppe acquistando il prezioso regalo da mettere sotto l’albero. Le cose però non avevano funzionato come previsto e invece di sentirla più vicina Lorella e Giuseppe sentivano Flavia sempre più lontana, persa nelle sue reti di relazioni virtuali.

L’idea venne a Giuseppe: «Ho trovato come fare per indurla a confidarsi con noi! Flavia ha molti amici su Instagram. Creiamo un profilo anche noi e contattiamola usando la sua app preferita.» «Sì ma non vorrà essere amica dei suoi genitori.» Ribattè Lorella. «Non c’è problema ho una soluzione,» rispose Giuseppe con uno sguardo ammiccante, «Guarda.»

Giuseppe aveva creato un profilo fake, un falso account. @Dario2000 abitava a Genova, aveva 15 anni, studiava al liceo scientifico, non aveva la ragazza e amava postare su Instagram. Le sue foto erano bellissime: Dario al mare, Dario in montagna, Dario che gioca a football. Giuseppe le aveva scaricate dal profilo di un ragazzo americano coetaneo di Flavia.

La trovata per un po’ sembrò funzionare. Lorella era entusiasta, ne aveva parlato con le sue amiche più strette, si sentiva finalmente vicina alla figlia che si confidava con Dario, così lei ora poteva sapere se litigava con le amiche, cosa pensava dei suoi genitori, quali fossero i suoi progetti per il futuro e che rapporto avesse con il sesso. Sì, di quelle cose «da grandi», Flavia aveva provato a parlarne con Dario più di una volta nella chat, ma Dario, ovvero suo papà Giuseppe aveva sempre cambiato argomento.

Tutto andava per il meglio fino a che un giorno Flavia si confidò veramente con la madre: «Mamma mi sono innamorata di un ragazzo di Genova che ho conosciuto su Instagram, si chiama Dario e mi vuole molto bene, non ci siamo mai visti finora e io quest’estate ho deciso di andare in vacanza a Genova per conoscerlo.»

Lorella ebbe un tuffo al cuore, cercò in tutti i modi di dissuaderla, sei troppo piccola, costa troppi soldi andare a Genova, ma a nulla servirono i suoi tentativi. La piccola Flavia era decisissima a trovare i soldi per partire e raggiungere Dario, si sarebbe messa a lavorare se necessario, anche lasciando la scuola, e lei non glielo avrebbe potuto impedire.

Lorella si consultò a lungo con il marito e con una cara amica già a conoscenza del loro piccolo «segreto». L’amica le consigliò di dare a Flavia il consenso per la vacanza estiva facendosi promettere di andare bene a scuola e allo stesso tempo di cancellare il profilo di Dario. Il ragazzo sarebbe scomparso e Flavia non avrebbe più avuto motivo di andare da nessuna parte.

Capire

Nei primi decenni del terzo millennio l’idea di poter essere sempre connessi alimentava l’illusione del controllo. Bastava dare uno smartphone in mano all’elusivo preadolescente per credere di tenerlo sempre al sicuro. Ma al contrario, come spesso accade, i pericoli non arrivavano dal resto del mondo ma dall’interno della famiglia.

I genitori di Flavia misero in atto con la figlia una truffa che si chiamava Catfishing (letteralmente Pesce Gatto). L’ignaro malcapitato viene raggirato attraverso un profilo falso, un’identità fittizia che tesse una rete intorno alla vittima per legarla emotivamente e ottenere informazioni private.

La parola alla storica

Il termine catfishing nasce con l’omonimo documentario del 2010 diretto da Ariel Schulman che racconta la storia di una relazione online tra un uomo e una donna. Alla fine del documentario i due si incontreranno e lui scoprirà che lei non è una giovane studentessa single ma una matura donna sposata.

Il termine catfishing, come viene spiegato nel documentario stesso, fa riferimento alla pratica dei pescatori cinesi di mettere nelle vasche dei merluzzi anche i pesci gatto. Nel tragitto dall’alto mare al porto i pesci gatto mordono la coda dei merluzzi inducendoli a restare attivi e in movimento e ad arrivare più freschi sulla terraferma. Ma la storia del pesce gatto raccontata nel documentario affonda le sue radici nelle parabole cristiane.

Nel suo saggio del 1913, Essays on Rebellion, Henry W. Nevinson racconta la stessa storia di pescatori nel saggio Catfish, solo che in questo caso l’oceano è l’Atlantico e non il Pacifico e i pescatori sono nordamericani. Nevison paragona la storia a parabole cristiane come quella del lievito e alla vicenda di Faust e Mefistofele. Per Nevinson, il pesce gatto sarebbe la cristianità stessa senza la quale l’anima dell’Europa sarebbe degenerata nella letargia.

Il termine catfishing divenne di uso comune dopo che dal documentario del 2010 venne tratto un formato TV di successo e dopo che il giocatore di football americano statunitense Manti Malietau Louis Te’o nel 2013 fu celebre vittima della truffa romantica.

Guardare la luna e non il dito

I profili falsi, i fake, sono sempre esistiti e sempre esisteranno, in fondo chi di noi non indossa una o più maschere nel relazionarsi con il resto del mondo? Ben vengano le maschere, la capacità di essere molteplici e meticci in maniera armoniosa. Non fu l’esponenziale crescita dei profili fake a portare alla Grande Peste di Internet, quanto l’utilizzo ingannevole che ne fecero quelli tra noi più insicuri e spaventati.

Conquistare le confidenze di un figlio o di una figlia, di un amico o di un’amica, intessere relazioni affettive ricche e profonde, richiede la capacità di mettersi in gioco e di esporsi al rischio di fallire. Nessun profilo fake potrà mai nasconderci veramente.

Utilizzate i profili fake se volete, ma con la consapevolezza che resterete reali e ogni vostro gesto avrà delle conseguenze. Riuscite a immaginare il danno emotivo che la piccola Flavia subì dalla truffa ordita ai suoi danni dai genitori stessi?

Buone pratiche

Non aspettate troppo tempo prima di incontrare dal vivo una persona conosciuta online.

Non confidatevi completamente prima di aver annusato la persona in carne ed ossa.

La fiducia può essere tradita, è una sua caratteristica necessaria, altrimenti sarebbe fede cieca e incrollabile.