Notizie da un caro amico: bloccato in Africa

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Giuseppina accese il suo tablet nuovo fiammante, regalo di suo figlio Franco, per consultare la posta elettronica: da parecchio ormai iniziava così la sua giornata, una sorta di rito consolidato da quando era andata in pensione. E poi, da quando Franco si era trasferito a vivere negli Stati Uniti, Internet era diventata il mezzo più comodo e meno caro per comunicare con suo figlio.

Dopo qualche difficoltà iniziale, Giuseppina si era impratichita e ora si trovava perfettamente a proprio agio con questi nuovi oggetti che fino a poco tempo prima le suscitavano tanta apprensione. La gioia che provava nel vedere in tempo reale i suoi nipotini dall’altra parte dell’Atlantico la portava a chiedersi spesso se avrebbe potuto sopportare quella lontananza senza l’aiuto di queste nuove tecnologie.

Ma quel giorno un messaggio nella sua casella le provocò grande inquietudine. Le era stato inviato da Jane, la moglie di Franco. Per quanto fossero sempre state in ottimi rapporti, si erano inviate al massimo due o tre email in tutti quegli anni. Preferivano entrambe le chiacchierate vis-à-vis in diretta video! L’oggetto del messaggio non aveva nulla di rassicurante: «MOLTO URGENTE». Il contenuto era allarmante:

Buongiorno !

Spera di non disturbarti ? Sono in viaggio in Africa e ho avuto un problema pur troppo. Ho molto bisogno del tuo aiuto è molto urgente.

Contatta me presto per mail.

Jane

In effetti Jane si recava spesso all’estero per lavoro. Giuseppina si sentiva un po’ imbarazzata, si chiedeva perché sua nuora avesse pensato a contattare lei invece di contattare qualcun altro. Cercò di contattare Franco sul suo cellulare, ma non rispondeva. Niente di strano: negli Stati Uniti era ancora notte fonda. Ma siccome la posta in gioco era davvero alta, Giuseppina rispose a quella strana email per saperne di più. La risposta non si fece attendere:

Grazie per tua risposta, mi trova in situazione un poco problema di questo voleva parlarti, ma non voleva che tu diceva a qualche altro, perché mi succedeva una cosa molto vergognosa. Ti racconterò meglio e i dettagli quando tornerò.

Io era stata vittima di una aggressione molto grave ieri, in un quartiere dove mi dicevano essere pericoloso, è vero. Mi hanno rubato tutte le mie cose personali: carte di credito, contanti, telefono, documenti. Non ho più soldi e non posso fare un prelevamento, in questa situazione ho molto bisogno del tuo aiuto finanziario. Potevi prestarmi 1500 perfavore con questi poteva pagare tutto anche il conto dell’hotel, ma qualunque cifra andrà bene, sono in molto di bisogno.

Ho contattato l’ambasciata questa mattina ma non mi hanno ancora aiutato credo per verificare la storia sono molto prudenti ma io non posso aspettare i controlli ecco perché ti contatto per aiutarmi. Per ora non sono raggiungibile, mi connetto a Internet dall’hotel.

Mi sono informata, per favore mandami un versamento con XXX una agenzia di trasferimento denaro cash che ha degli uffici qui e questa agenzia è negli uffici della Posta. Per il trasferimento bisogna usare le informazioni qui sotto. Non ho più documenti e non potrò ritirare il denaro se lo fai a nome mio. Devi farlo indirizzare a nome di una gentile persona che mi vuole aiutare, ma non è abbastanza ricca per prestarmi il denaro.

Ecco i suoi dati personali per l’invio del denaro: Cognome: XXXX, Nome: XXXX, Città: Lagos, Indirizzo: XXXX, Paese: Nigeria

Mandami al più presto le referenze del trasfert (Codice MTCN, nome del mittente, la domanda e risposta di sicurezza e la cifra inviata) così potrò ritirare il denaro.

Grazie mille

Spaventata da quello che aveva appena letto, Giuseppina corse al più vicino ufficio postale per effettuare il versamento. Certo, non navigava nell’oro, ma non poteva rifiutare un aiuto del genere a Jane. Appena rientrata a casa ricevette una chiamata da suo figlio, in panico.

«Che succede mamma? Ho visto che mi hai chiamato in piena notte!» «Era per Jane, è in Africa, mi ha scritto che aveva dei problemi.» «Ma cosa dici, mamma! Sta facendo colazione proprio qui davanti ai miei occhi!»

Capire, o come facevano

La frode 419 (detta anche scam 419 o truffa alla nigeriana) era molto diffusa su Internet. La denominazione 4-1-9 derivava dal numero dell’articolo del codice nigeriano che sanciva questo tipo di frode. Uno «scam» si presentava solitamente sotto forma di «spam» (messaggio, email e così via) in cui una persona dichiarava di avere nelle proprie disponibilità una grande quantità di denaro (milioni di dollari in eredità, tangenti, denaro da riciclare, fondi da collocare all’estero come risultato di un cambiamento del contesto politico e via dicendo) ed esprimeva la necessità di utilizzare un conto già esistente per trasferire rapidamente questi millantati fondi.

Chi organizzava la truffa chiedeva aiuto alla vittima per effettuare il trasferimento di denaro. La vittima agiva quindi come prestanome per l’operazione, spesso presentata come un’opera buona a favore di perseguitati politici o comunque persone in difficoltà. L’operazione aveva un certo costo, che la vittima era chiamata a coprire (e che rappresentava la somma truffata), in cambio di una percentuale del denaro che sarebbe stato trasferito. Se la vittima accettava, le veniva gradualmente chiesto di anticipare somme di denaro destinate a coprire spese immaginarie (notai, società di sicurezza, tangenti, costi di trasferimento bancario e chi più ne ha più ne metta) prima che il trasferimento andasse a buon fine.

Ovviamente l’agognato bonifico sul conto della vittima non avveniva mai, mentre ci furono casi in cui vennero effettuati parecchi versamenti a favore del truffatore.

Non era difficile trovare lettere-tipo assai diffuse dello scam 419. Un tipico modello:

Prima di tutto ti prego di mantenere riservata questa conversazione. Noi rappresentiamo il top management del governo delle finanze della Nigeria (Federal Government Contract Review Panel) e abbiamo intenzione di salvaguardare alcuni fondi che sono stati intrappolati qui in Nigeria. Al fine di assisterci nella trattativa commerciale permettici di ricevere questi fondi dall’estero altrimenti verrebbero congelati…

I tanti che hanno abboccato all’amo hanno perso anche migliaia di euro.

La parola alla storica

Questo genere di truffa non è certo nato con Internet.

La versione classica più antica di questa truffa è chiamata prigioniera spagnola. Le tracce più remote risalgono infatti al XIV secolo, l’epoca della Reconquista della penisola iberica da parte della cattolicissima Spagna, allora in via di formazione. In questo caso veniva recapitata una lettera a un nobiluomo in cui la «prigioniera spagnola» si presentava come fanciulla altolocata rapita dai Mori. Il nobiluomo veniva supplicato perché consegnasse il riscatto richiesto dai sequestratori al latore della missiva, che era ovviamente un complice della truffa. Per questa sua opera pia, al truffato veniva promessa la mano della prigioniera…

Esistono versioni analoghe in ogni epoca, tra cui spiccano le cosiddette Lettere di Gerusalemme, rese note nelle sue memorie pubblicate nel 1836 dal celebre Eugène-François de Vidocq, «ex» delinquente e galeotto alla Cayenna, diventato poi capo della polizia segreta negli anni della Restaurazione.