Conclusione e commiato
Nobilissime giovani, amabilissimi amici, a consolazion dei quali e delle
quali a così lunga fatica ci siamo messi, prima di chiudere questo breve
libro che ha passato in rassegna il nostro presente, speriamo in modo
piacevole e mai noioso per tutte voi, ci teniamo a rispondere ad alcune
tacite questioni.
Se vi è mai parso che vi invitassimo a gettare nelle fogne i vostri telefoni furbi o a rifiutare in toto la tecnologia come si presenta oggi ai nostri occhi allora abbiamo mancato il bersaglio del nostro raccontare. Mai passò per la nostra mente l’idea di rifiutare le sorelle macchine e l’amica informatica. Siamo creature ibride che vivono in simbiosi con le loro controparti elettriche.
Altresì, attraverso i racconti qui raccolti, abbiamo voluto sollevare il velo che spesso impedisce agli amanti di vedersi per quel che sono veramente. Amare le macchine vuol dire conoscerle, convivere con loro. Giocare con la tecnologia non vuol dire farsi giocare. La tecnologia può nuocere e giovar allo stesso tempo. Sì come possono molte altre cose.
Le storie che avete appena letto invitano le menti più curiose a comprendere quale progetto sia inscritto nelle tecnologie di cui si fa uso quotidiano, alzare il velo che cela ai nostri occhi il volto dell’innamorato potrebbe farlo fuggire come successe a Eros con Psiche, ma potrebbe anche permetterci di inventare ex novo il nostro rapporto trasformando noi stesse, l’altro e il mondo che ci ospita.
Almeno questa fu l’intenzione con cui gli hacker, le nerd, gli artisti, le social media manager, i poeti e le sognatrici si allontanarono dalla casa che le aveva ospitate durante i giorni più bui della Grande Peste di Internet. Ognuna di loro tornò alla propria vita con le migliori intenzioni di trasformare il mondo iniziando dalla trasformazione delle proprie relazioni, tanto con le creature organiche quanto con quelle inorganiche.
Se ci riusciranno non lo sappiamo, ma la scelta intanto è fatta.
Prima di spegnere lo schermo e mettere a riposare le dita stanche di digitare sulla tastiera ci teniamo a lasciarvi con un breve glossario dei termini che forse non tutte e non tutti conoscete ma che tanto spesso abbiamo letto nei racconti qui racchiusi.
Lasciando ormai a ciascheduna e a ciascheduno dire e credere come gli
pare, tempo è da por fine alle parole. E se in qualche modo trarrete
giovamento da quanto raccontato ci piace immaginare che ripenserete a
noi e al tempo trascorso insieme.
Se poi addirittura vi pungesse desiderio di raccontare le vostre storie
di macchine e varia umanità saremo felici di leggervi.
Scriveteci a info@circex.org