Solo per i tuoi occhi!
Porn Hub. You Porn. Xvideos. Xhamster. Xnxx. Alzi la mano chi non ha mai né visto, né sbirciato, e nemmeno sentito parlare di questi siti e dei loro fratellini «minori». Una minoranza del «Popolo della Rete», visto che, statistiche alla mano, il porno online riceveva le visite di molte centinaia di milioni di navigatori, ogni giorno, uomini e donne, giovani e meno giovani, a volte giovanissimi. Miliardi di ore di filmati, professionali e amatoriali, «solo per adulti», dai contenuti sessualmente espliciti.
Anal, Big tits, Deepthroath, Femdom, Gay, Gangbang, Interracial,
Italian, Milf, Spanking, Threesome… e altre dozzine di categorie. Un
tag per ogni esigenza, una categoria per ogni perversione, anche quella che ancora non
riuscite ad immaginarvi. Un fenomeno globale e trasversale. I video HD e
altre specialità, solo per il pubblico pagante. Gli altri, venivano
tracciati in ogni loro mossa. Certo, perché «se è gratis, la merce sei
tu»!
Milo lo sapeva bene, ma non era mica uno sprovveduto, lui! Non solo aveva degli amici piuttosto bravi a smanettare con il computer, ma lui stesso se la cavava alla grande, conosceva un sacco di trucchi. Per esempio, navigava in incognito!
Basta edicolanti con i sorrisetti ammiccanti, stop alle videocassette, le antiquate VHS nascoste sotto il letto, fine dei tizi con improbabili impermeabili, bavero rigorosamente alzato, sciarpa cappello e occhialoni per non farsi riconoscere all’entrata dei cinema a luci rosse. Era finalmente tutto sicuro, tutto a portata di click.
Era sufficiente connettersi dal proprio computer, persino dal proprio smartphone o tablet, e attivare la modalità di navigazione in incognito. Quella rassicurante e per certi versi eccitante mascherina lo accompagnava nei territori del porno, in tutta sicurezza.
Così pensava. Ma si sbagliava, e si sbagliava di grosso.
La navigazione in incognito si poteva attivare in automatico. Da quel
momento in poi ogni sito visitato non sarebbe apparso nella cronologia,
non avrebbe salvato cookie, insomma non avrebbe lasciato tracce. Il
sottinteso sembrava palese: nessuno avrebbe mai saputo che Milo visitava
siti con contenuti pornografici; nessuno, soprattutto, avrebbe mai
saputo cosa gli piaceva guardare al loro interno.
Sicuro, caro Milo? Non serve essere hacker per farsi venire qualche legittimo dubbio. Se tutto era anonimo, come poteva PornHub pubblicare i propri Pig Data Report, statistiche ultra-dettagliate sui propri utenti, che facevano il verso ai celebri Big Data, e in effetti lo erano?
No, in effetti è vero: tua moglie, la tua ragazza, i tuoi colleghi, i tuoi figli, i tuoi genitori, i tuoi amici non avrebbero scoperto i siti su cui cercavi piccanti svaghi. Il tuo computer non aveva registrato questi dati, ti aveva obbedito. Ma quei siti stessi sapevano benissimo che ci eri passato, per loro non eri affatto anonimo! Sapevano perfettamente da dove ti collegavi, con quale tipo di navigatore, con quale dispositivo, a che ora, con che frequenza, quali erano le tue abitudini e come erano cambiate nel tempo…
Quasi tutti i siti porno avevano installati dei tracker grazie ai quali era possibile ricostruire facilmente un’impronta della tua navigazione. Un’impronta che generava quindi una scia, una traccia non difficile da seguire, per i segugi della Rete. Il tracciamento (tracking, in inglese) era pervasivo ad ogni livello; il porno era senz’altro ai primi posti. C’erano centinaia di agenzie specializzate nella raccolta, compilazione e vendita di profili, ottenuti grazie alle tracce degli utenti online. I data broker vendevano di tutto, anche i profili di chi navigava in incognito. Perciò forse era ora di cominciare a pensare di non essere l’unico furbacchione in un mondo di sciocchi, vero Milo?
Porno e simpatia! WankBand e BangFit, video su PornHub
Per venire incontro alle esigenze ambientaliste era stato creato persino un orologio, il WankBand, che si ricaricava con il movimento cinetico generato dall’atto di quel che sapete voi… Per favorire una corretta valutazione del dispendio energetico e consumo calorico, nulla di meglio del BangFit, per monitorare gli esercizi sessuali.
Veri gadget o fantasiose prese in giro? Chi può dirlo… degli hacker, forse!